VIA CRUCIS, SEMANTICA OLTRE IL TEMPO

 

STAZIONE I

STAZIONE II

STAZIONE III

STAZIONE IV

STAZIONE V

STAZIONE VI

STAZIONE VII

STAZIONE VIII

STAZIONE IX

STAZIONE X

STAZIONE XI

STAZIONE XII

STAZIONE XIII

STAZIONE XIV

14 OPERE

dimensioni cm 70×320

tecnica mista su legno

Santa Maria dei Miracoli, Piazza del Popolo

– ROMA –

“L’arte come specchio di un’epoca critica, tesa e spiritualmente compromessa. L’artista appare testimone di una revisione totale di Miti, Dei, Orizzonti con una mostra che vuole cercare punti fissi ponendo le basi per una riscrittura del reale.”  (Daniele Radini Tedeschi)

L’ incontro tra Marcello Vandelli e Padre Ercole, decano in pectore della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Piazza del Popolo a Roma, avviene nell’autunno del 2021 in modo del tutto casuale. Marcello Vandelli entra in Chiesa e rimane colpito da un atteggiamento di noncuranza tenuto da alcuni giovani. Il discorso si amplia ed il parroco manifesta il desiderio che in quella Chiesa, così preziosamente austera, possa entrare il colore. Il deserto, da sempre associato all’isolamento, al raccoglimento, persino ad un senso di vuoto, ospita in circostanze particolari alcuni fiori che, magicamente, del tutto inaspettatamente, accarezzano il suo manto. Il racconto di ciò che era stato, mi fece individuare subito un’analogia che mi portò a pensare che, in Santa Maria dei Miracoli, qualcosa di grandioso sarebbe presto accaduto. L’idea era del parroco, ma il cuore avrebbe riportato la firma di un artista che, con straordinaria generosità, aveva deciso di accettare una sfida complessa eseguendo, in un lasso di tempo relativamente breve, quattordici stazioni raffiguranti il calvario di Cristo. Il progetto, viene sposato da Vandelli con straordinario entusiasmo, quello stesso entusiasmo che solitamente non permette ad un bambino di riconoscere il pericolo, all’artista intrepido di valutarne il rischio, assumendoselo persino, e che vedrà Vandelli cimentarsi nella creazione di un capolavoro senza precedenti, che nel silenzio di una Chiesa posta in pieno centro storico, trasuderà sentimento, impegno e coraggio. In un’imponente e storica Chiesa, dalla struttura prettamente barocca, introdurre quattordici opere che vestissero la sacralità attraverso la componente simbolica, avrebbe potuto rivelarsi alquanto rischioso, ma sarà il simbolo a travolgere, distaccandosi con straordinaria eleganza da quanto avremmo potuto definire previsto o prevedibile, sarà il simbolo ad aver la meglio, riuscendo ad andare oltre ed a convincere. Le quattordici stazioni della Via Crucis, donate a Padre Ercole, rimarranno esposte sino a data da destinarsi, conferendo al contesto un’autenticità che, per la particolarità sopra descritta, non potrà non rivelarsi un’impresa oculata.    (Antonella Bonaffini)