UN LABORATORIO UMANO

di Antonella Bonaffini – 23 settembre 2021

A volte mi chiedo come si sia arrivati a questo travagliato momento. Basta leggere un giornale o guardare la tv per capire che qualcosa non va, per capire che quella imboccata non è la giusta direzione, per essere sopraffatti da un senso di disagio ed impotenza che pare non poter trovare soluzione. Figli che uccidono i genitori, i genitori che uccidono i loro stessi figli, andare contro natura sembra ormai esser diventata una costante che come risvolto, più che sdegno, trova invece una triste assuefazione.

L’ uomo sembra viva per essere spesso orientato solo nel seminare odio e distruzione. Si stava meglio quando si stava peggio, si stava meglio quando la nostra di mente non era mossa dall’ansia bramosa di voler dominare, cibandosi di una curiosità che disconosce confini e che, imperterrita, va a modificare persino la genetica.

Arriverà un tempo in cui, si potrà decidere di mettere al mondo un individuo biondo, bruno, alto, basso, con gli occhi castani o magari azzurri. Perché la presunzione umana disconosce confini e non si fermerà dinanzi ad un processo di distruzione globale che ci renderà vittime, ahimé consapevolissime, del nostro stesso diabolico operare.

Arriveremo a confezionare, in autentici laboratori umani, persino i nostri cervelli, forse persino a tarare la loro misura e questo dipinto, del simbolista Modenese Marcello Vandelli, è una chiara provocazione che ben palesa il momento disastroso che stiamo attraversando, l’assenza di valori che imperversa e che ci porterà verso una direzione da cui sarà poi impossibile tornare indietro.

Se solo potessimo avvalerci di una macchina del tempo, fare un tuffo nel passato e comprendere quanto di prezioso un diverso approccio a questa esistenza potrebbe regalarci, sicuramente ne potremmo trarre giovamento.

Tutto sembra poter essere possibile, come se l’individuo umano non avesse altro scopo nella vita se non quello di misurarsi con sé stesso, con la natura, con i suoi stessi simili, forse persino con Dio, un Dio che ultimamente sembra averci abbandonato, persino ingannato, o più verosimilmente, soltanto punito.