di Antonella Bonaffini – Il giornale del Lazio
Di Marcello Vandelli si è parlato tanto, per la particolarità pittorica che contraddistingue le sue opere la cui impronta cromatica non conosce certo mediazione ed arriva diritta, come un pugno allo stomaco. Marcello Vandelli ama Roma e, come da promessa, torna nella Capitale con due mostre in pieno centro storico.
Di lui Vittorio Sgarbi concluse una presentazione asserendo « qualcosa mi dice che di Marcello Vandelli sentiremo a lungo parlare» e questo monito, sembra oggi aver trovato giusta rispondenza. A pochi mesi da una mostra in una delle gallerie storiche della Capitale, la Galleria della Tartaruga, Marcello Vandelli torna a Roma e questo volta lo fa con quattordici opere inedite e di grandi dimensioni, volte a celebrare le stazioni della via Crucis, nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Piazza del Popolo, unitamente ad un’esposizione pittorica di quindici capolavori inediti, che si aprirà il 12 marzo protraendosi sino al 22, presso la Galleria dei Miracoli, nella centralissima Via del Corso.
Marcello Vandelli viene annoverato dalla critica come una delle figure più rappresentative della Pop Art Italiana. Modenese, sessantatreenne, promotore di un simbolismo dalla potenza pittorica indiscussa, che lo isola tanto da piegare una corrente pittorica di simil portata al suo stesso cognome, Vandelli propone opere di grande dimensioni, in cui il colore si propaga su grandi lastre di legno e dove forte è non solo la celebrazione della figura femminile, di cui Vandelli risulta essere indubbio conoscitore ma anche i messaggi di contenuto ora provocatorio, ora di aperta denuncia sociale, in un excursus che non sfiora mai la banalità e che lo vede sempre primeggiare.
Nei suoi dipinti, dove forte si palesa il senso di non appartenenza a questo mondo, l’artista ritrae spesso il suo mondo bambino, la sensibilità che lo piega al dolore e che lo porta, già in tenera età, a sentirsi diviso in due, chiuso in una solitudine che lungi dal proteggerlo, pare invece saperlo divorare. Un corpo bambino trafitto è indicativo di una sensibilità che si affida all’arte per esternare le emozioni più intime e per colorare le molteplici brutture, che Vandelli avverte, sembra vogliano e sappiano sporcare questo mondo. Un topo Gigio donatogli dai genitori, diventerà il suo fedelissimo amico e Marcello non si dimenticherà mai di lui, tenendolo sempre per mano ed amandolo tanto dal renderlo protagonista di alcune sue opere.
Dipinti, quelli presentati da Vandelli, in cui una capacità cromatica indiscussa si unisce ad un messaggio che sembra arrivare a chi osserva sempre con immediatezza, senza conoscere alcuna mediazione, un messaggio che non bisbiglia ma che, attraverso il simbolo, sa come saper urlare.
La mostra dal titolo «Impotenza Creatrice» sarà presentata dal Critico Daniele Radini Tedeschi che dirà « l’arte come specchio di un’epoca critica in cui l’artista appare testimone di una revisione totale di Miti, Dei, Orizzonti, con una mostra che vuole cercare punti fissi ponendo le basi per una riscrittura del reale».
Ed allora a noi, che da sempre abbiamo seguito il Maestro, non ci resta che augurargli un grande in bocca al lupo, certi che anche questa volta, il colore ed i simboli, riusciranno ad assicurare a Marcello Vandelli anche nella Capitale il meritato posto d’onore!