Se ci avessero detto che avremmo dovuto assistere ai teatrini politici di questi ultimi giorni, in tempi non pandemici, dubito ci avremmo creduto. Ma oggi, tutto sembra esser divenuto possibile. E qualcosa rimane, titolerà Marcello Vandelli dipingendo quest’opera, in un simbolismo che rassicura e che sembra essere altamente esplicativo.
Eh si, e qualcosa speriamo rimanga, anche se le certezze in questo disperato momento, risultano difficili da poter trovare. Stiamo scrivendo la pagina più triste di un libro che disconosce le personalità politiche di un tempo, quelle che presentavano il nostro Paese al mondo come una nazione credibile, una nazione di cui ci si poteva ancora fidare. Il Presidente del Consiglio ottiene la fiducia alla Camera, ma il giorno dopo, al Senato, fa davvero fatica. Parte allora la ricerca incessante di nuovi consensi. Conte apre a tutti, indistintamente, purché portatori di idee.
Teatrale diventa la scomparsa di un senatore il cui voto viene dato sul filo del rasoio. Conte si assicura una maggioranza relativa. Prende tempo. Dialoga col Presidente Mattarella. Nessuno sa quali siano i convincimenti reali del Presidente della Repubblica ma l’angosciosa situazione su cui versa il paese, pochi dubbi è in grado di lasciare.
Il Paese è al collasso ed è stanco di dover ancora aspettare. Quello politico non può diventare un teatro volto a proporre spettacoli di questo tipo. Si eleva con forza la protesta dei ristoratori, chiusi ormai da mesi, con dipendenti, affitti, cartelle esattoriali da dover pagare. Perché se insieme ai bar, alle palestre, alle piscine, ai cinema, ai teatri, sono stati costretti a fermarsi, non si è fermata invece la macchina punitiva dello stato, che puntualmente, presenta il suo conto. Un conto salato da dover pagare, soprattutto se le attività, a causa del virus, non sono rimaste aperte.
Eppure, sembra che la gravità del momento sfugga a chi dovrebbe impegnarsi per migliorare una condizione esistenziale ormai divenuta precaria. In parlamento, si propinano alleanze che disconoscono logica, si aprono le porte al compromesso, si fa di tutto per rimanere attaccati alla propria poltrona, mentre l’Italia si stringe in una morsa di gelo che sembra non trovare soluzione.
E domani, senza più un lavoro, senza più soldi per fare la spesa, senza più un futuro, un sogno da poter inseguire, saremo costretti a girare un’altra pagina e chissà se tra le righe scandalose che la politica in questo momento storico sta offrendoci, qualcosa di buono potrà rimanere.
E qualcosa rimane.