di Maria Silvia Cabri, 08/08/2021
IL PITTORE MARCELLO VANDELLI HA ESPOSTO ALLA GALLERIA DELLA TARTARUGA DI ROMA. LA CRITICA LO ANNOVERA TRA GLI ARTISTI PIU’ IMPORTANTI DEL PANORAMA ITALIANO.
Altra tappa romana per Marcello Vandelli, pittore originario di San Felice sul Panaro con alle spalle numerose personali in tutta Italia e non solo. Le sue opere, infatti, sono state esposte a Roma, presso la Galleria della Tartaruga di Via Sistina, nel cuore nevralgico della Capitale. il nome rimanda alla magia degli anni Sessanta e Settanta, a quella storica Galleria che è stata ritrovo di artisti e uomini di cultura provenienti da tutto il mondo, meta di scambio per idee e tecniche pittoriche.
Nel 1968 Giosetta Fioroni inaugurò il Teatro delle mostre a la sua forza creativa servì a porre le basi per quello che sarebbe stato un rapporto nuovo e singolare tra l’arte e il pubblico.
Nel 1984 la Galleria chiuse ma Marcello Vandelli, affascinato dal magico alone che quel periodo evoca, è in Via Sistina, nella omonima Galleria, che decide di portare la sua arte.
Ma chi è Marcello Vandelli? Sessantaduenne, modenese, ha la stoffa del vero fuoriclasse. Personaggio atipico, Vandelli è noto per aver avuto con tenacia e straordinario spirito costruttivo, la potenza espressiva per piegare una corrente quale quella del simbolismo al suo stesso nome.
Non sono solo di certo le vivide cromie ad attirare l’attenzione dell’osservatore ma è il messaggio che ne scaturisce ad urlare, con un Vandelli spesso inserito nello stesso schema espositivo proposto, e che non avvalendosi di mediazione alcuna, riesce ad argomentare.
Marcello Vandelli ha al suo attivo mostre nazionali ed estere e la critica lo annovera da tempo tra i personaggi più importanti del panorama pittorico italiano. Il professore e critico d’arte Vittorio Sgarbi ha detto di lui:
“Vandelli dipinge al solo scopo di non annoiare se stesso e questo già esprime molto sulla sua figura umana e professionale. Lui non si identifica con altri autori simbolici ma se ne discosta ed è in questo che consiste quella diversità che lo identifica. Vandelli non ha una chiave univoca con la quale identificarsi ed il vederlo ‘diverso’ in ogni sua opera denota coraggio. Lui non è Schifano, non è Fontana, è semplicemente Vandelli… e qualcosa mi dice che di lui sentiremo a lungo parlare.”
“Dipingo per lasciare messaggi – spiega l’artista, individuando una forte simmetria tra la pittura e la musica – Per far sentire la mia disperazione: solo in questo modo il mio animo inquieto trova uno sfogo”.
Tra le costanti di ogni sua opera: concetto, colore, titolo. Lui che ama il bianco e nero ma che estremizza con il colore, lasciando però al bianco le figure più significative dei suoi quadri.
“Cosa mi ispira? Tutto quello che mi lascia un segno, dai piccoli momenti della vita quotidiana ai pensieri esistenziali, che interpreto secondo il mio sentire”.